La Processionaria e l'Euprottide sono insetti appartenenti all'ordine dei Lepidotteri
Diffuse nel nostro Paese sono la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e la Processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) e la Euproctis chrysorrhoea, tutte specie che si nutrono a spese di varie latifoglie forestali ed ornamentali.
Il loro riconosciuto potere molesto è dovuto alla presenza sulle loro larve di numerosissimi peli urticanti che possono causare azioni epidermiche e allergiche a persone e animali.
Come avviene il contatto con i peli urticanti?
- Se si sosta sotto o nelle vicinanze di alberi o di arbusti infestati; i peli si trovano nell'aria e possono essere trasportati fino a una distanza di 200 metri.
- Se si toccano i nidi o le larve.
- Se si effettuano lavori che causano la diffusione nell'ambiente dei peli urticanti che riposano al suolo, ad esempio rastrellare le foglie secche e l'erba falciata, falciare l'erba.
- Se si toccano o si lavorano cortecce che hanno ospitato un nido di Processionaria della quercia (i nidi di questa specie si trovano spesso sul fusto, mentre quelli della Processionaria del pino e dell'Euprottide nella zona esterna dell'albero o dell'arbusto, sui rami). I peli dell'Euprottide hanno un effetto urticante minore.
A seconda della zona del corpo interessata, diversi sono i sintomi:
- In caso di contatto con la pelle: apparizione di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
- In caso di inalazione: i peli urticanti irritano le vie respiratorie. Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un bronco- spasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l'asma).
Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale (orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza).
Pertanto, considerato che il periodo migliore per l'intervento preventivo è in Inverno/Primavera prima che le larve siano uscite dai nidi